Similitudine
Attraverso la figura retorica della similitudine poniamo due particolari entità (persone, cose concrete o astratte come oggetti o sentimenti, situazioni, ecc. ) in relazione tra loro per definirne un rapporto di paragone, dando vita a collegamenti semplici o ricchi di nessi comparativi, e per farlo ci serviamo di termini e locuzioni quali “sembra”, “assomiglia”, “tale a... ”, “così... come”, ecc.
Espressioni, queste, che determinano la differenza sottile esistente tra similitudine e metafora, altra figura retorica, quest'ultima, che gioca sulla trasposizione di significato, sul mostrare un quadro evocativo al massimo per inviare al lettore un messaggio più chiaro, che, attraverso figure e sensazioni a lui conosciute, gli facilitino la comprensione di ciò che effettivamente il testo oggetto della trasformazione vuol rappresentare.
La similitudine consiste quindi in uno “strumento alternativo” che si presta a favorire sul piano “visuale” il concepimento del messaggio espresso, fornendo al lettore una chiave nuova e sicuramente più immediata attraverso la quale analizzare il contenuto della comunicazione e farlo proprio.
Esempi di similitudine possiamo trovarli in sede di luoghi comuni, vale a dire in espressioni come “bianco come la neve” oppure “caldo come il fuoco”, ecc.